La salute inizia in lavanderia
Il caldo è in arrivo e con esso l’aumento del rischio di trasmissione di infezioni nelle strutture residenziali.
Nella vecchiaia le malattie infettive rappresentano la seconda causa di mortalità e la diffusione delle infezioni è nettamente più rapida rispetto alla popolazione più giovane.
La mission di una casa di riposo è assistere persone fragili: per questo motivo è necessario che i direttori delle case di riposo di debbano preoccupare di ridurre al minimo il rischio di contagi. Rischio che è legato in buona parte all’igiene della struttura stessa.
Igiene rigorosa che può influenzare la buona reputazione della struttura di cura. Normalmente le case di cura e di riposo possono lavorare in modo redditizio solo con cifre di occupazione elevate. Il ripetersi di casi di malattie infettive danneggia l'immagine della struttura. E se di conseguenza rimangono vuoti anche solo pochi letti, questo può fare la differenza tra margine di guadagno e una gestione in perdita. La garanzia di igiene è quindi anche un fattore economico rilevante.
Biancheria, potente veicolo di infezioni
I microrganismi accompagnano costantemente l'individuo. Solo il numero di cellule batteriche sopra e dentro il corpo umano supera di dieci volte quello delle cellule umane. Persino i componenti normalmente innocui di questa flora possono, in determinate circostanze, causare gravi infezioni. In particolare se l'organismo è stato indebolito da precedenti malattie oppure da cattive condizioni di alimentazione.
Per la lavanderia questo significa che essa deve far fronte a numerosi microrganismi di differente natura. Questo vale soprattutto per quei microbi che in base a dimostrazioni scientifiche possono resistere sui capi (p.es. stafilococchi, micosi da candida, adenovirus) oppure che risultano infettivi già in minime dosi (p.es. shigella, E. coli) e che quindi non di rado sono responsabili di malattie infettive in questo tipo di strutture.
Presso le case di riposo, la lavanderia ha davvero un ruolo fondamentale. In questi ambienti la biancheria è possibile vettore di infezioni e microrganismi patogeni. Molte infezioni nosocomiali sono infatti da ricondurre alla cattiva igiene nell’ambito del trattamento della biancheria contaminata.
Vi immaginate cosa può succedere ad un completo letto sporco di fecale che sosta per qualche giorno nel periodo estivo nella stanza apposita, a 30 -32 gradi? Oppure agli indumenti di un ospite malato che attendono di essere lavati nello stesso locale dove si trovano anche i capi puliti? Si, si tratta di milioni di batteri che contaminano anche il resto della biancheria.
Maggiore igiene significa meno possibilità di diffusione di agenti patogeni.
La biancheria è un potente veicolo di infezioni. Controllarne il flusso è essenziale. Per garantire l’igiene è necessario adottare particolari misure per limitare ed evitare il rischio di infezioni. In estrema sintesi, la lavanderia deve garantire che il prodotto finito sia privo di batteri. Di quali misure parliamo?
G.L.S. utilizza solo il sistema a barriera, che consiste nell’installazione di lavatrici asettiche, le quali permettono il carico e lo scarico dei capi in due ambienti separati (sporco/pulito). In questo modo è nulla la contaminazione fra capi sporchi e puliti ed è netta la diminuzione della diffusione delle infezioni fra gli ospiti stessi.