In modo molto trasversale in tutto il Paese ci si trova con una diffusa crisi del personale sociosanitario, sono molti i casi di strutture residenziali assistenziali che a fronte di pensionamenti, licenziamenti o assunzioni straordinarie nella sanità le quali creano competizione tra settore sanitario e sociosanitario nell’attrarre nuove leve, non sono riuscite a sostituire infermieri o personale assistenziale e di conseguenza hanno dovuto ridurre i posti gestiti e gli ospiti accolti per poter rispettare gli standard di accreditamento.
La tematica della difficoltà di reperire ed assumere un numero adeguato di professionisti non è originale del 2021/2022, ma ciò ha trovato enfasi in virtù di alcuni fenomeni, oltre a quelli citati, che si sono ritrovati in concomitanza negli ultimi mesi.
Alcuni di essi sono la carenza strutturale di professionisti formati in relazione al modello universitario e di formazione personale italiano, il rallentamento dei flussi di lavoratori da numerosi Paesi europei ed extra europei dovuto al Covid-19 e alla congiuntura economica negativa e i casi di burn out.
La fotografia che scatta il Rapporto dell’Osservatorio mette in luce la scarsità di figure centrali nella cura e nell’assistenza dei senior nel settore dell’assistenza in Italia. Infatti, nelle Rsa italiane mancano all’appello il 26% degli infermieri, il 18% dei medici e il 13% degli Oss.
Quando si parla di Long Term Care in Italia, non mancano casi di successo e il Rapporto ne racconta ben 24.
Stando ai dati presentati, c’è chi punta a rafforzare l’organizzazione con focus su formazione e cultura aziendale, c’è chi sfrutta la tecnologia e chi sperimenta nuove modalità di presa in carico di demenza e Alzheimer insieme o nuovi modelli di servizio per scardinare il modello RSA tradizionale e superarne i limiti.
Il settore Long Term Care deve essere protagonista di un cambiamento; a detta dei gestori delle RSA, queste innovazioni possono concretizzarsi se ci sono competenze interne, la disponibilità di dati e di sistemi di monitoraggio, attuabili grazie alle condizioni di contesto favorevoli all’investimento e grazie al PNRR. Come il sistema di tracciabilità Rfid che consente di ricavare automaticamente ed in tempo reale le informazioni utili sui processi e sulla logistica per consentire una gestione efficiente e senza sprechi. Comportando grandi vantaggi gestionali e risparmi, consentendo di trasformare l’intero assetto organizzativo. La struttura sanitaria può controllare in ogni momento l’andamento del servizio accedendo ad una reportistica trasparente e dettagliata che rappresenta la chiave per identificare tempestivamente le aree di criticità e risolvere eventuali problematiche.
Il Rapporto di Cergas Bocconi – Essity ha dato voce ai più rilevanti gestori italiani del settore e ha raccolto in modo efficace le testimonianze di quanto stiamo vivendo, evidenziando come questo settore sia ricco di cantieri aperti e desideroso di trovare nuove soluzioni a fronte di elementi di crisi che si sono esacerbati dopo il 2020. Tutto questo in linea con l’obbiettivo strategico dell’Osservatorio: stimolare una cultura e una identità di settore per sviluppare una maggiore consapevolezza collettiva diretta a possibili sinergie tra i principali attori.
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